ERITREA ETIOPIA
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ERITREA ETIOPIA

L'Asmarathon vista da Yonas

11/6/2019

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Processo Mered, il trafficante immortalato in un video: «È il vero volto del boss, tutta la comunità eritrea lo sa»

7/6/2019

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da Meridionews   Immortalato in due giorni diversi, appare nel primo con indosso una maglietta bordeaux vistosamente chiazzata di sudore e jeans. Mentre il giorno dopo la tenuta si fa più elegante: camicia bianca, abito nero e capelli sistemati in un taglio fatto probabilmente per l'occasione.

E poi balletti e sorrisi. Appare così Medhanie Yehdego Mered, il trafficante di esseri umani che è stato cercato dalle autorità di mezza Europa, immortalato in un video mentre festeggia al matrimonio del nipote. Una circostanza di cui, fino ad ora, si conoscevano solo alcune immagini, entrate nel processo in corso davanti alla seconda corte d'assise di Palermo. E dove da oggi entra a tutti gli effetti, col consenso dell'accusa, anche il breve filmato. Sarebbe, per la difesa, l'ulteriore ed ennesima dimostrazione che l'imputato rinchiuso al Pagliarelli da giugno 2016 non è il trafficante a cui tutti hanno dato la caccia, ma la vittima di un clamoroso scambio di persona.

Da sempre, infatti, l'imputato non solo ha dichiarato la propria estraneità rispetto alle accuse di traffico di esseri umani, ma ha sempre spiegato di essere anche lui in procinto di intraprendere il viaggio verso l'Europa e di chiamarsi Medhanie Tesfamariam Behre. Il video, introdotto oggi in aula dalla difesa che lo ha recentemente ricevuto tramite e-mail, è stato girato a Khartoum l'11 e il 12 ottobre del 2015, dove è consuetudine festeggiare in due giorni distinti e consecutivi. 

A contattare l'avvocato difensore Michele Calantropo è stato, il 5 maggio scorso, Yafeit fessehazion Ghebregziabhier, oggi residente a Calgary in Canada, che di sua iniziativa ha deciso di cercarlo per mandargli il video in questione. Dichiarando anche di conoscere entrambi: Behre avrebbe vissuto con un suo amico, mentre Mered lo avrebbe incontrato proprio quel fatidico giorno al matrimonio, «quella è stata la prima e anche l'ultima volta che l'ho visto».
​
Ma impossibile avvicinarsi a lui. A difendere Il Generale, infatti, c'è tutt'attorno una schiera di fedelissimi, che lo circondano costantemente nella frenesia dei balli tipici. Yafet scrive anche all'avvocato di essere stato in Sudan dal settembre del 2009 fino al giugno del 2017. «Con il video si vede ancora meglio, rispetto alle fotografie, l'effige del vero trafficante e dimostra ancora una volta che tutta la comunità eritrea mondiale riconosce il trafficante Yehdego Mered raffigurato nella foto diffusa anche nell'ordinanza».

Una riprova in più, che si aggiunge a quanto già messo insieme in questi due anni di processo. Senza contare le numerose manifestazioni spontanee organizzate dai membri della comunità eritrea nel mondo, intenzionati a far sentire la propria voce e a mobilitarsi per dimostrare che l'uomo in carcere non è il trafficante che tutti credono di aver catturato.

Leggere anche:

- Migranti, processo al capo degli scafisti Mered. Ministero degli Esteri eritreo “scagiona” Berhe, alla sbarra a Palermo

- Il processo contro la persona sbagliata è ricominciato da capo 
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In Eritrea la ricerca offre nuove prospettive nel mercato delle Telecomunicazioni, Telefonia Mobile e Larga Banda 2018- 2020

6/6/2019

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መንግስቲ ኤርትራ ዝርጋሐ ንምስፍሕፋሕ ንምስፍሕፋሕ ዘካይዶ ከም ተሓቢሩ ተሓቢሩ.

La rete mobile dell'Eritrea si avvicina alla copertura nazionale. Il settore delle telecomunicazioni dell'Eritrea opera sotto un monopolio statale per servizi fissi e mobili. 

In parte a causa di tali restrizioni sulla concorrenza, il paese ha il mercato delle telecomunicazioni meno sviluppato in Africa. La penetrazione della telefonia mobile a metà 2017 era solo del 7,4% circa, mentre l'uso di Internet su rete fissa malapena presente.

Ciò è esacerbato dal bassissimo utilizzo dei computer, con solo il 3% circa delle famiglie che hanno un computer, e la maggior parte di questi è nella capitale, Asmara. Sebbene la fornitura di servizi internet sia aperta alla concorrenza, meno del 2% delle famiglie ha accesso a Internet. 
Di conseguenza si registra una tale modesta crescita nei settori Internet e telefonia mobile. 

La National Telco, la Eritrean Telecommunication Services Corporation (EriTel), continua a promuovere una rete 3G che fornisce l'accesso Internet di base alla maggioranza degli eritrei.

Tuttavia, per migliorare la qualità dei servizi è ancora necessario un notevole investimento nelle infrastrutture delle telecomunicazioni. Il governo ha avviato un programma di lavoro per fare esattamente questo, in particolare per estendere i servizi alle aree remote, migliorare la qualità dei servizi e assicurare che più infrastrutture di telecomunicazioni siano supportate dall'energia solare per compensare il cattivo stato della rete elettrica.

Ulteriori investimenti stranieri nell'infrastruttura delle telecomunicazioni, nonché l'introduzione di una maggiore concorrenza, contribuiranno a trasformare ciò che rimane ancora un mercato praticamente inespresso.

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'DISCOVER ERITREA' @ Eastern Africa Business Forum 2019

6/6/2019

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Comunicato stampa: "La posizione dell'UA potrebbe esacerbare la situazione in Sudan"

6/6/2019

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Le problematiche intrinseche che hanno afflitto l'Unione africana sin dal suo inizio.

Il suo fallimento nel soddisfare le aspirazioni del popolo africano, così come, le responsabilità che sono derivate da questa grave realtà, sono ben note e ampiamente condivise per meritare di essere ulteriormente sottolineate.

Sfortunatamente gli sforzi compiuti per riformare l'UA non hanno ancora dato esiti.

A parte le sue evidenti debolezze, ciò che è diventato più sconcertante negli ultimi anni è il suo ruolo inconsapevole nel fornire inopportuni pretesti per interventi esterni.

L'atteggiamento dell'UA nei confronti degli eventi che si stanno svolgendo in Sudan è una recente e vivida dimostrazione di questo deplorevole stato di cose.

Nella circostanza, il governo dell'Eritrea chiede all'AU di astenersi dall'internazionalizzare e esacerbare la situazione in Sudan.


Ministero dell'Informazione
Asmara
5 giugno 2019
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La recensione di "Mother Eritrea" di Marianna Visconti

5/6/2019

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Trama:

Il romanzo è ambientato nella città di Asmara in Eritrea, negli anni in cui il paese era sotto il governo del Colonnello Menghistu Hailemariam e dei  suoi Torrserawit armati di Kalashnikov. In un paese perennemente in guerra, stremato dalla povertà e in lotta per la liberazione, poiché da troppo tempo agognava un’indipendenza sempre negata, si consuma l’esistenza di una madre coraggio, Selam, costretta ad allevare da sola due figli mulatti, Yonas e Samuel, con ogni mezzo possibile ed immaginabile, anche a scapito di se stessa. I fratellini, così, crescono in uno dei quartieri più indigenti della città, Tabba Gheltemtem, con delle vicine che quotidianamente lottano per sopravvivere. Affinché sfuggissero all'infausto destino a cui sembrano ormai destinati, i due diventano chierichetti sotto la guida di padre Bernardino, presso Cattedrale cattolica di Asmara. Ma l’aggravarsi della situazione bellica li condurrà mediante un vero e proprio viaggio della speranza ad Addis Abeba, fino all'atteso ritorno e l’inaspettato epilogo. 

Perché ne consiglio la lettura?

La trama del romanzo si consuma nell'arco di qualche ora, durante il volo di ritorno da Addis Abeba ad Asmara nel 1991. Yonas, voce narrante del dramma, ripercorre assieme al fratello Samuel tutti i ricordi legati alla loro infanzia, dal giorno della partenza per l’Etiopia andando sempre più a ritroso nel tempo. Mediante un sapiente utilizzo del flashback, insieme ad uno stile scorrevole e lineare, con un lessico arricchito da parole o frasi in tigrigna (lingua eritrea) e amarigna (lingua etiope), l’autore catapulta il lettore entro cuore della scena, rendendolo edotto circa la complessa esistenza dei protagonisti e facendolo sentire perfettamente partecipe della situazione. 

Il susseguirsi e l’intensificarsi delle emozioni suscitate dalla sua lettura, fanno sì che l’ambientazione divenga completamente familiare, sicché colui che legge si ritrova a sentire sulla propria pelle i morsi della fame che attanagliano i nostri protagonisti, a rimanere pietrificato al grido di “Kum!” da parte dei torrserawit nella gelida notte di Asmara ed a vergognarsi insieme a Selam, che, nonostante i mille lavori, è costretta ad essere una sciormuttà (prostituta), poiché “non era affatto facile crescere due mulatti ‘divoratutto’, pagare l’affitto di casa al Kabelie, la bolletta della luce di un’unica lampadina, comprare cereali, legname e carbone. Tutto da sola”. 

Leggere ‘Mother Eritrea’ è come ricevere improvvisamente uno schiaffo in faccia, il quale desta la coscienza del lettore dal felice torpore dell’inconsapevolezza. L’opera di Daniel Wedi Korbaria non solo ci informa sulle drammatiche condizioni socio-politiche cui è versato il suo popolo nel corso di quei anni, ma ci insegna altresì: quanta dignità ci possa essere nella povertà; lo spirito di riscatto e rivalsa che alberga entro ognuno di noi, non abbandonandoci mai seppur paia che tutto ci remi contro; quanto possa trovare veridicità il detto plautiano “Homo homini lupus” ma anche che persino la più flebile scintilla di umanità sia in grado di cambiare le sorti di qualcuno. 

Dalla quarta di copertina:

Per tentare di smentire le false informazioni dei media mainstream italiani, non mi è bastato scrivere una cinquantina tra articoli e racconti, telefonare alle redazioni e parlare con loro. Mi sono scontrato con un muro di gomma. Spesso mi hanno censurato e bloccato dall'intervenire o commentare. Dovevo restare ad ascoltare in silenzio il loro racconto sul mio paese. Ho capito, allora, che bisognava trovare un modo diverso di presentare la mia narrativa; più trascinante, coinvolgente, con la creazione di personaggi credibili capaci di incuriosire anche il lettore più distratto, che ignora persino la collocazione geografica dell’Eritrea. Perché le informazioni vere, esposte in maniera cinematografica, sono più scorrevoli e avvincenti. Se avrò raggiunto questo obiettivo, saranno i lettori a deciderlo. (Daniel Wedi Korbaria)

Dal mio punto di vista, l’autore è riuscito pienamente nel raggiungere l’obiettivo che si era prefisso, per ciò consiglio a chiunque di leggere quest’imperdibile e preziosissimo romanzo. 

Marianna Visconti

da Lego e Cogito
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L’Etiopia pianterà 4 miliardi di alberi contro la desertificazione

5/6/2019

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 di Lorenzo Brenna
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05 GIU 2019 - L’obiettivo della nazione africana è di incrementare la propria copertura forestale, drasticamente ridotta nel corso del Ventesimo secolo.Fino a pochi secoli fa quasi metà dell’Etiopia era ricoperta di foreste, poi, in seguito al grande incremento della popolazione e all’espansione delle aree urbane e dei campi coltivati, il Paese ha subito una massiccia deforestazione e il numero di alberi si è drasticamente ridotto. 

La copertura forestale dell’Etiopia nel Ventesimo secolo è passata dal 40 al 4,6 per cento, rendendo il suolo vulnerabile a siccità, desertificazione ed alluvioni. Per invertire questa tendenza da anni l’Etiopia ha avviato un processo di riforestazione e restauro degli ecosistemi degradati, ricorrendo con ottimi risultati all’agroecologia, e oggi le foreste coprono circa il 14,7 per cento della superficie del Paese.

Per incrementare ulteriormente la propria copertura forestale, rendendosi così più resiliente ai cambiamenti climatici e garantendo una maggiore sicurezza alimentare, l’Etiopia ha annunciato che pianterà quattro miliardi di alberi.

40 alberi per abitante

Lo ha dichiarato il primo ministro etiope, Abiy Ahmed Ali, spiegando che i nuovi alberi aiuteranno a “trasformare i nostri ambienti degradati in ecosistemi funzionali”. Verranno piantati circa 40 alberi per ogni abitante del Paese, che con i suoi oltre cento milioni di abitanti è la nazione più popolosa dell’Africa, dopo la Nigeria.

Il prezzo della crescita incontrollataL’Etiopia è una delle nazioni che sta crescendo più velocemente dal punto di vista economico e  nell’ultimo decennio la crescita media del Pil è stata superiore al 10 per cento annuo. Questa crescita ha però avuto un notevole impatto sull’ambiente e, di conseguenza, sugli abitanti. La crescente richiesta di materiale da costruzione e legna da ardere ha infatti incrementato la deforestazione, rendendo il suolo arido e sempre meno fertile. Nel 2016 l’Etiopia è stata vittima di una grave siccità che ha messo a rischio la sopravvivenza di oltre 10 milioni di persone, mentre nel 2017 due milioni di animali da allevamento sono morti a causa della siccità.

L’Etiopia tornerà verdeIl ministero dell’Agricoltura etiope stima che l’opera di riforestazione avrà un costo di circa 548 milioni di dollari. Per mettere a dimora i quattro miliardi di alberelli, che includeranno bambù a crescita rapida in aree particolarmente minacciate da erosione, serviranno inoltre centinaia di migliaia di volontari. Parte dell’iniziativa sarà finanziata grazie ai biglietti (del prezzo di circa 170mila dollari) per una cena di gala organizzata da Abiy Ahmed Ali a cui hanno partecipato trecento uomini d’affari ad Addis Abeba.

L’Etiopia ospita oltre 1400 specie di vertebrati, di questi il 7,0% è endemico e il 4,6% è minacciato 

Addio all’eucalipto

Oltre a creare nuove foreste e strade alberate, il progetto di rinaturalizzazione dell’Etiopia prevede di sostituire con piante autoctone le specie arboree esotiche. Tra le più diffuse e invasive c’è l’eucalipto, importato dall’Australia dal 1890 per via della rapidissima crescita che forniva dunque legname in tempi brevi. L’eucalipto consuma però ingenti quantità di acqua, diminuendo le disponibilità idriche del terreno e alterando il ciclo dell’acqua nelle regioni aride, aumenta inoltre il pericolo d’incendi boschivi e danneggia la biodiversità.

​
da Lifegate





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L'Etiopia e il Kenya stanno lottando per gestire il debito per le loro ferrovie costruite dalla Cina

5/6/2019

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di 
Yunnan Chen

04 giu 2019 - Nell’ambito del Forum Belt and Road Initiative (BRI) di Pechino, sei settimane fa, l'Etiopia ha ottenuto un'altra concessione sul debito cinese. Il secondo mutuatario africano e  principale partner BRI nel finanziamento delle infrastrutture ha inoltre ricevuto una cancellazione di tutti i prestiti a tasso zero fino alla fine del 2018. Questo è stato in aggiunto alle precedenti estensioni rinegoziate dei principali prestiti ferroviari commerciali concordati prima del 2018.


Queste concessioni mettono in evidenza le continue lotte di debito che i governi hanno nei confronti dei grandi progetti infrastrutturali cinesi. Ma dimostrano anche i vantaggi e la flessibilità che i governi africani possono ottenere lavorando con la Cina, se possono sfruttarla.

I progetti ferroviari in Etiopia sono stati un caso istruttivo sia dei vantaggi che delle insidie ​​della finanza cinese. È passato più di un anno da quando la ferrovia a scartamento standard Addis-Gibuti (SGR), costruita e finanziata in Cina, è stata aperta al servizio commerciale nel gennaio 2018. Progetto di punta dell'Iniziativa China’s Belt and Road Initiative in the Horn of Africa, in parallelo con la Kenya’s showy Chinese-built SGR, è stata la prima ferrovia in Etiopia da un secolo a questa parte (un altro progetto di ferrovie urbane, l'Addis light-rail transit (LRT) è stato completato all'inizio del 2015), oltre ad essere la prima linea completamente elettrificata in Africa.

Con un costo di quasi $ 4,5 miliardi, la SGR è stata in parte finanziata attraverso $ 2,5 miliardi di prestiti commerciali dalla Cina Eximbank, secondo i dati di SAIS-CARI con ulteriori pacchetti di prestiti dedicati alle linee di trasmissione e all'approvvigionamento di materiale rotabile e locomotive. Parte della più ampia strategia di "export-supply chain" della Cina, la ferrovia utilizza un pacchetto di treni cinesi, società di costruzione cinesi, standard e specifiche cinesi ed è attualmente gestita da un contratto di sei anni da un'impresa comune dei due appaltatori cinesi, CREC e CCECC, che l'hanno costruita.

Come parte di un più ampio piano di rete ferroviaria a nove linee sotto l'Ethiopian Railway Corporation (ERC), la linea riduce i tempi di viaggio dalla capitale Addis Abeba a Gibuti da due giorni su strada a 12 ore. Oltrepassando diversi cluster di zone industriali ad Addis Abeba e Dire Dawa, serve anche la più ampia strategia di industrializzazione guidata dalle esportazioni del governo, attraverso la strategia di "sviluppo orientato al transito", scritta su scala nazionale.

Ma nonostante queste nobili ambizioni, il progetto è stato afflitto da sfide tecniche e finanziarie, mettendo in discussione la saggezza di affidarsi alla tecnologia cinese, così come il finanziamento del debito, per le grandi infrastrutture. Nonostante il completamento della linea nel 2016, i ritardi nella costruzione della rete di trasmissione hanno tenuto sotto controllo la commissione ferroviaria, e i problemi relativi alle interruzioni di corrente e ai problemi tecnici di sovratensione hanno continuato ad affliggere la linea nel primo anno di attività.


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Eid Mubarak

4/6/2019

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Eritrea: "L'architettura Coloniale Italiana"

3/6/2019

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PRE ORDINE (1) con SPEDIZIONE GRATIS (2) nuovo libro "Asmara -

L'architettura coloniale italiana" di Roberto Guiot con la prefazione di Alberto Alpozzi.

PROMOZIONE (3) per gli amici che lo acquisteranno sin da oggi in pre ordine (Y)

Euro 20,00 (Y) Ordine via mail a [email protected]t Pagamenti con Paypal, Postepay o bonifico.

NOTE:
1) spedizioni a partire dal 1° luglio 2019
2) spedito in piego libri tradizionale non tracciato; per spedizione tracciata contributo Euro 3,50
3) promo valida fino al 30 giungo 2019
 —

​con Alberto Alpozzi
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