In questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un crescente coinvolgimento dell’Etiopia in gravi problematiche di ordine interno: persistente carestia, contrasti con gli Oromo, scontri di confine in Sud Sudan ed Eritrea.
La gestione di tali problemi è stata caratterizzata da pressappochismo e in generale da una copertura a cortina fumogena stesa per minimizzare gli effetti degli eventi in corso e in buona sostanza far finta che tutto va per il verso giusto. Il caso dell’Eritrea però a fatto saltare i nervi ad Addis Abeba che non ha tollerato il programma di interventi deciso dalla Comunità Europea in campo energetico voluto per favorirne la ripresa economica come condizione favorevole a una inversione di tendenza nella migrazione irregolare verso l’Europa. Questo concetto è stato espresso a chiare lettere nell’aprile 2016 in occasione della visita di una delegazione di eurodeputati guidata dal presidente Gianni Pittella partita con lo slogan: “L’Africa diventi il partner principale dell’Europa”, nel corso della quale il premier etiopico Hailemariam Desalegn Bosch ha detto: “Se l’Ue darà aiuti all’Eritrea, l’Etiopia la invaderà. In sette giorni risolvo tutto e vi mando un milione di profughi in Europa». Quasi a voler dare sostanza a tali minacce pochi giorni fa l’Etiopia ha lanciato un attacco sul fronte di Tzorona prontamente respinto dalle forze eritree. La notizia ha fatto il giro del mondo attivando le penne di una quantità di sedicenti esperti di cose africane che contrariamente al solito hanno assunto un atteggiamento cauto in attesa di ulteriori sviluppi.
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da La Presse - La scoperta di un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall'università Sapienza
La Eritrean-Italian Danakil Expedition, un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall'università Sapienza di Roma, ha scoperto una superficie di impronte fossili di circa 800mila anni fa, che comprende quelle che sembrano essere orme lasciate da antichi antenati umani. La scoperta è avvenuta durante l'ultima campagna di scavo nel sito ad Aalad-Amo, nella regione di Buia situata nella parte orientale dell'Eritrea. Le impronte potrebbero essere le prime inequivocabilmente 'identificabili' come appartenenti all'Homo erectus, l'unica specie di ominidi che abitavano l'area in quel periodo, una specie chiave nella storia evolutiva umana che ha dato origine a quegli antenati dal cervello più grande da cui deriverà l'uomo moderno. "Le impronte umane fossili sono estremamente rare. In Africa ne sono state scoperte a Laetoli in Tanzania e risalgono a 3,7 milioni di anni fa, mentre in Kenya sono emerse a Ileret e Koobi Fora, due siti datati a 1,5-1,4 milioni di anni. Ma finora nessuna orma è riconducibile al Pleistocene medio", spiega il paleoantropologo Alfredo Coppa, "se confermata dallo studio fotogrammetrico in corso e da ulteriori ritrovamenti nella prossima campagna di scavo, la sequenza di impronte emerse in Dancalia sarà in grado di raccontarci molte cose dell'Homo erectus". GINEVRA, 14 giu 2016
Signor Presidente, Vorrei cogliere l'occasione per sottolineare l'impegno costante dell'Eritrea con il Consiglio dei Diritti Umani, con la speranza che le sue aspirazioni per migliori e più elevati standard per il rispetto dei diritti umani saranno realizzati progressivamente, nonostante il fatto che l'adesione piena tanto atteso dal Consiglio dei Diritti Umani ai principi di obiettività, non selettività e non politicizzazione rimane elusiva. Molto lavoro è stato fatto per promuovere i diritti umani attraverso il meccanismo UPR, ma la proliferazione di mandati per paese è diventato un motivo di preoccupazione che continua a minare gli obiettivi del Consiglio dei Diritti Umani, che è stato istituito 10 anni fa. I commenti di ieri dei vari presidenti del Consiglio dei Diritti Umani da quando esiste pone in evidenza le sfide affrontate dal Consiglio Diritti Umani nel suo mandato di promuovere i diritti umani in tutti i paesi e le regioni. Le decisioni e le direttive del Consiglio inclinati a favore dei principali attori molto spesso portano alla politicizzazione delle questioni dei diritti umani, un approccio che effettivamente scomposto la Commissione dei diritti dell'uomo. Per l'umanità sarebbe di grande beneficio se mettessimo in discussione l'un l'altro sulla effettiva applicazione dei principi, degli ideali e delle pratiche senza puntare a specifici paesi sulla base di considerazioni politiche. Signor Presidente, Pochi giorni fa, la Commissione di inchiesta sull’Eritrea, in una conferenza stampa ha affermato che essa "ha fondati motivi per ritenere che sono stati commessi in Eritrea dal 1991 i crimini contro l'umanità". E' interessante che essa stessa si sia data il compito di indagare sulle violazioni risalendo all'indipendenza del paese nel 1991. Essa ha inoltre affermato che non è un organo giudiziario, eppure ha continuato a fare accuse infondate estreme e senza prove concrete e legali per sostenere la sua conclusione. Devo dire che la relazione non riflette la realtà del paese per una serie di motivi. Per citarne alcuni: Il governo eritreo ha annunciato oggi di aver respinto con successo l'attacco a sorpresa lanciato da truppe etiopiche TPLF sul fronte centrale di Tsorona domenica con significative perdite da parte del nemico.
Residenti sul lato etiope hanno riferito di aver visto centinaia di soldati etiopi feriti ricoverati negli ospedali, della zona a significare l'esito devastante della risposta eritrea a questa ultima avventura etiopica. Il portavoce del governo etiope, Getachew Reda, che aveva inizialmente affermato di non essere a conoscenza dei combattimenti, ha detto che le sue truppe avevano infatti sostenuto perdite significative. "Ci sono state perdite significative da entrambe le parti, ma di più sul lato eritreo", ha detto il fasullo Reda invece di sottolineare le sue pesanti perdite e la ben più grande scala della battaglia. Il Ministero dell’Informazione dell'Eritrea ha detto oggi in una dichiarazione accusando ancora l'Etiopia di aggressione militare: "L'attacco lanciato dal regime del TPLF domenica 12 Giugno 2016, è stato respinto con pesanti perdite da parte etiopica”. Entrambe le parti si sono accusate a vicenda di aver dato inizio all'attacco. Ma mentre l'Eritrea è stata coerente con le sue affermazioni, l’Etiopia invece ha emesso cinque versioni diverse e contraddittorie della storia nello spazio di tre giorni. Nel corso dell'intervista con il portavoce etiopico emergono alcune affermazioni sconcertanti: la prima è che secondo l'Etiopia, e nonostante Tzoronà si trovi in territorio eritreo, ad attaccare sarebbero stati gli eritrei per distrarre l'opinione pubblica dai contenuti del documento pubblicato dal COI; la seconda è che l'Etiopia ha pienamente accettato il Verdetto della Boundary Commission e che è colpa dell'intransigenza di Asmara se ancora non si arriva a una soluzione definitiva.
Nessun riferimento alla occupazione illegale dei territori sovrani eritrei ad opera delle truppe etiopiche che si protrae dalla fine delle ostilità. Corretta la conduzione della giornalista e soprattutto brillante il commento del suo ospite che chiarisce il rifiuto dell'Etiopia di ritirare le sue truppe di occupazione e l'inconsistenza della pretesa etiopica di avviare ulteriori discussioni espressamente vietate dai Patti di Algeri. Stefano Pettini Sharmini Peries Produttore esecutivo della TRNN: Benvenuto a Glen Ford su The Real News Network.
Sono Sharmini Peries da Baltimora, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, le Nazioni Unite, Amnesty International, hanno avvertito che il numero di migranti morti nel Mar Mediterraneo, quest'anno potrebbe superare i 30.000. L'esodo dall’Eritrea è stato guidata dal sistema orwelliano di sorveglianza di massa, la detenzione arbitraria, e un sistema brutale di leva obbligatoria che comporta schiavitù a tempo indeterminato, ha detto l'OIM esortando gli altri paesi ad offrire protezione ai richiedenti asilo eritrei e di rispettare il principio di fornire rifugio a persone con il fondato timore di persecuzione. Con poche eccezioni, il rapporto delle Nazioni Unite ha detto che gli eritrei costretti a tornare nel loro paese sono stati arrestati, detenuti, e soggetti a maltrattamenti e torture. Per discutere di questo argomento con noi è venuto Glenn Ford. Glen è il co-fondatore e direttore esecutivo del Black Agenda Report. Glen, come sempre, grazie per essere con noi oggi. Glenn Ford: Grazie per l'opportunità di parlare di Eritrea, perché questo è un luogo del quale la maggior parte degli americani non ha mai sentito parlare. E questo significa che è molto facile per gli Stati Uniti svolgere la sua grande campagna di mistificazione. E quei rapporti che stava leggendo fanno solo parte della grande campagna di menzogne. L'Eritrea è un piccolo paese sulla sponda africana del Mar Rosso, proprio accanto all'Etiopia, il secondo più grande paese dell'Africa, con una popolazione di 100 milioni di individui. Etiopia ed Eritrea non sono attualmente buoni vicini. L'Etiopia è un alleato degli Stati Uniti ed è molto attivo nell’appoggio militare agli Stati Uniti in Africa, e, pertanto, ottiene copertura diplomatica dagli Stati Uniti e dall'ONU, e l'Eritrea presso le Nazioni Unite ha la peggio. L'amministrazione Obama ha emesso sanzioni contro l'Eritrea nel 2009 affermando con una bugia oltraggiosa che l'Eritrea, che è un paese per metà cristiana e metà musulmana con un governo che è totalmente laico, sosteneva al-Shabaab, i fondamentalisti islamici nella vicina Somalia. Sarebbe come dire che il presidente siriano Assad sostiene ISIS, anche se naturalmente gli Stati Uniti hanno detto anche questo. Comunicato stampa - Oggi domenica 12 giugno 2016 il regime del TPLF ha scatenato un attacco contro l'Eritrea nella zona centrale presso Tsorona. Lo scopo e le conseguenze di questo attacco non sono chiare. Il governo dell'Eritrea rilascerà ulteriori dichiarazioni sulla situazione in svolgimento.
Ministero dell'Informazione Asmara 12 giu 2016 Il Ministro dell'Informazione Yemane G. Meskel ha annunciato che ieri è arrivato un primo carico di mille tonnellate di aiuti destinati al Sud Sudan in accordo con quanto stabilito con il World Food Programme.
John Graversgaard - Nella guerra globale degli Stati Uniti contro il terrorismo è l'Eritrea nella lista nera. Ma l’Eritrea non si sottometterà all'imperialismo USA. da Arbejderen - L'Eritrea ha celebrato il 24 maggio i 25 anni da quando il paese è stato liberato e infine reso indipendente.
L'Eritrea è strategicamente situata sul Corno d'Africa, lungo il Mar Rosso, che è un'importante via di trasporto per il commercio mondiale, che collega l'Oceano Indiano e il Golfo Persico al Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. Quando la gente visita l'Eritrea, ne ricava un'impressione diversa rispetto all'immagine distorta che gli Stati Uniti e media occidentali cercando di dare del paese. L'area è caratterizzata da conflitti interni, ma l'Eritrea è rimasta uno stato pacifico e stabile. Ma nonostante l'importanza strategica dell'Eritrea, ci sono stati costanti tentativi di isolare l'Eritrea e prevenire il paese dallo svolgere un ruolo nella soluzione di molti conflitti. |
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Marzo 2024
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