da Tesfanews
"Buongiorno Colonnello?" "Saluti Signor Giornalista" "Apprezzo la sua puntualità." "Beh, sono un soldato, no?" "Quindi cerchiamo di arrivare al punto. Lei aveva detto che stava per dirmi tutto sul Generale Tsadkan e il Fronte di Tsorona. Allora, da dove vogliamo cominciare? Cominciamo dall'inizio o dal mezzo? " "Mi limito a dire le cose come vengono e come me le ricordo." "Grande! Mi dica le cose come le vengono e io le annoterò per assicurarci che siano trasmesse alle generazioni future ".
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Fase 4 della Tirreno Adriatico 2016 è stata una tappa ricca di eventi, per il Campione Nazionale eritreo di Corsa su strada Natnael Berhane e il Team Dimension Data per Qhubeka. Steve Cummings che ha vinto una tappa negli ultimi anni Tour de France è riuscito a tirare di una grande azione personale nell'ultimo 3 km a vincere la tappa, mentre il compagno di squadra Natnael Berhane riuscito a finire terzo. Il campione eritreo ha vinto numerose gare di scena, vincendo nel complesso la classificazione generale delle corse come il Tropicale Amissa Bongo nel 2014 ed il giro di riciclaggio presidenziale della Turchia nel 2013. Questo 3 ° posto finale nella fase 4 della Tirreno-Adriatico 2016 è il suo primo tour mondiale salire sul podio
Tullia M. Piccoli - "Grazie a un tasso di criminalità molto basso e alla parità dei diritti di cui godono le donne eritree, l'Eritrea è forse uno dei paesi più sicuri e meno restrittivi del continente africano per le donne in viaggio..." pag. 356 della Guida Lonely Planet.
Con questa rassicurazione 'da verificare' in loco, ho voluto intraprendere il viaggio in Eritrea, forte anche delle conoscenze di donne eritree in Torino e di agganci ad Asmara, la capitale. A Nord del Mediterraneo circolano voci poco rassicuranti sul clima di guerra e mancanza di libertà del paese, tuttavia la curiosità è stata più forte dei timori. Le donne eritree che conosco a Torino sono donne non comuni; le giovani, anche se addette a lavori di assistenza domestica, sono quasi tutte diplomate, colte e con conoscenza di almeno 3 lingue: il tigrino, l'italiano e l'inglese. Ma ciò che mi affascina di più è il loro attaccamento alle tradizioni, da quelle alimentari a quelle sociali, come le feste, le danze, le ricorrenze e soprattutto la loro grande cortesia e disponibilità. E’ bello osservare la grazia che hanno nei movimenti e la dignità del loro incedere, quasi nascondano un’arcaica e incontaminata forza e superiorità interiore. In aereo, seduta accanto a Saba, vestita sobriamente ma alla moda, vengo a sapere che vive a Milano, lavora in una ditta, e torna a casa a trovare la madre per le vacanze. Scopro poi che ha una serie infinita di bagagli e mi spiega che sono regali per una serie altrettanto infinita di fratelli, sorelle, nipoti e parenti vari. Le rimesse degli emigrati della ‘diaspora’, cioè coloro che sono fuoriusciti dall’Eritrea durante il periodo del Derg (governo etiopico di occupazione prima della liberazione del 1991), sono ancora molto importanti per l’economia, in lento sviluppo, del paese. Per i parenti emigrati, i legami famigliari non si perdono; quasi tutti sentono l’obbligo morale di tornare e riabbracciare fisicamente i loro cari. I doni più gettonati sono l’olio d’oliva, i capi di vestiario e, quando possibile, cellulari e computer portatili. Le madri sembrano ancora gradire cioccolatini e caramelle, che nel paese sono care, proprio come quando ero piccola io. Le strade di Asmara pullulano di gente che va e viene, soprattutto a piedi ed in bicicletta. La metà della popolazione è musulmana, ma le donne vestono indistintamente all’occidentale o in modo tradizionale con lo zurià, un abito bianco, bordato, di cotone-garza a più strati e con una sciarpa bianca tenuta sul collo o sul capo per coprirsi dal sole o dal vento. Ho incontrato pochissime donne in abito nero lungo, alla moda musulmana, e nessuna col velo integrale. La Tribuna di Treviso - CONEGLIANO. Due amici allo sprint. Questo l'esito della gara maschile della Treviso Marathon: dopo 42.195 metri, lo sprint finale per aggiudicarsi la vittoria e la decisione affidata ai giudici. Tra due amici arrivati assieme da Asmara. E dire che il vincitore Gebrekidam si è iscritto all'ultimo, convinto dall'amico Goitom, che invece era stato invitato dall'organizzazione, per affrontare la trasferta assieme.
Poi la corsa a braccetto e l'arrivo in volata. In campo femminile, obiettivo centrato per entrambe le favorite della vigilia, che più che contro l'avversaria correvano contro il cronometro, per trovare il tempo limite per rappresentare le rispettive nazioni, Croazia e Ungheria, alle olimpiadi di Rio. Già nei primi metri sono emersi i protagonisti della gara maschile. Un quartetto si è staccato dopo 4 km: gli eritrei Goitom e Gebrekidam, il marocchino Hajjy e Gabriele De Nard, l'uomo più vincente della storia del cross azzurro, alla seconda maratona in carriera. Giovanni Gualdi, il campione italiano di maratona 2011, non riesce a mantenere il ritmo dei primi, e al km 15 è già oltre il mezzo minuto di ritardo, che poi aumenta con l'andare dei km. Poco prima della mezza si ferma De Nard e i battistrada restano in tre, ma i due eritrei non danno il cambio al marocchino, che continua a tirare e poi pagherà lo sforzo. Infatti tra i km 38 e 39 i battistrada rallentano: è il preludio allo strappo che parte al km 40, che stronca il marocchino. I due amici eritrei tirano alla morte fino al traguardo, e sotto l'arco Gebrekidam si butta, anticipando Goitom, che ammette: "Pensavo di avere vinto io, ma i giudici mi hanno detto di no. Ma sono contento per il mio "fratello" che ha vinto". |
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Settembre 2024
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