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3 ottobre. Tragedia di Lampedusa, un’ingiustizia tutta italiana

4/10/2024

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di Wedi Korbaria*
Oggi ricorre l’anniversario della Tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, la “più grande tragedia dell'immigrazione” nella quale un barcone partito dalla Libia con 540 persone a bordo, dopo due ore di fermo motore, affonda in prossimità dell’isola di Lampedusa. 
Ad oggi i suoi 368 morti sono dispersi in diversi cimiteri siciliani, con sopra una lapide e un numero di identificazione. 
Quella mattina, il Presidente della Camera Laura Boldrini, giunta sull’isola identificò subito il colpevole di quella tragedia nel Governo eritreo, come se fosse stato lui il trafficante che, dalle coste della Libia, aveva stipato su quel barcone fatiscente centinaia di migranti che, oltretutto, avevano pagato fior di quattrini. La Boldrini si affrettò, puntando il suo dito accusatorio, a dare la colpa agli stessi africani per coprire quelle del suo Governo.

“Excusatio non petita, accusatio manifesta”. Scusa non richiesta, accusa manifesta, come recita un proverbio latino, sarà la mia premessa. Ma cosa è veramente successo all’alba di quella maledetta mattina? “Erano le 6:30, forse le 6.40 quando ho dato l’ordine di chiamare la Guardia Costiera, ma loro sono arrivati alle 7:30”[i] denunciò Vito Fiorino, proprietario del peschereccio “Gamar”, che per primo era giunto nel luogo della tragedia e insieme al suo equipaggio era riuscito a strappare alla morte 47 persone. Certo, il ritardo dei soccorsi era stato consistente, un’ora per coprire una distanza di circa ottocento metri. Doveva essere successo qualcosa di gravissimo. Molti sopravvissuti raccontarono di aver avvistato due imbarcazioni. La prima sarebbe rimasta ferma a una distanza di circa quindici metri mentre l’altra avrebbe circumnavigato il barcone. Poi entrambe si sarebbero dirette verso il porto, indifferenti alle grida di quelle persone che già sognavano il loro approdo in Europa. 

Perciò, per richiamarne l’attenzione, lo scafista decise di dar fuoco ad un lenzuolo. Certo, non avrebbe dovuto accendere quel fuoco che costrinse tutti a spostarsi da un lato sbilanciando così un barcone in precarie condizioni e stracolmo di persone. Certo, avrebbero dovuto restare tutti buoni e immobili. Ma è altrettanto certo che il barcone sarebbe affondato lo stesso anche senza quell'incendio, perché era fermo da ore a imbarcare acqua.

“Quella notte qualcosa è successo, qualcosa si è inceppato, i ragazzi della Guardia Costiera sono sempre stati bravissimi, però evidentemente quella notte o aspettavano un comando o aspettavano una telefonata o forse non hanno capito la gravità nonostante noi dicessimo che c’era una tragedia in mare”[ii] queste le parole di Grazia Migliosini, anche lei quella notte a bordo della “Gamar”. Che la Guardia Costiera abbia davvero ricevuto l’ordine di rallentare i soccorsi? Ricordiamoci che stiamo parlando di un Paese riscopertosi “giustizialista”, dove viene processato persino un Ministro[iii] della Repubblica nella sua qualità di Ministro dell’Interno, colpevole tra il 14 ed il 15 agosto 2019, di aver “privato della libertà personale 147 migranti” a bordo della nave dei salvataggi “Open Arms”, dove c’erano sia donne incinte che minori non accompagnati.

Una situazione grottesca e allo stesso tempo drammatica, che il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio risolse il 20 agosto salendo a bordo della nave e decidendo di disporre lo sbarco ipotizzando il reato di abuso d'ufficio contro Matteo Salvini. Dunque se, giustamente, la Magistratura agisce prontamente a favore dei migranti tenuti sotto sequestro da un Ministro prepotente, senza che ci sia stato alcun morto, a maggior ragione, a fronte di 368 vittime ci si aspetterebbe che faccia quantomeno un’indagine approfondita sulla Tragedia. Invece così non è stato.
Due anni dopo la tragedia (luglio 2015) viene condannato a trent'anni di reclusione (pena confermata in appello), lo scafista somalo Mouhamud Elmi Muhdin, l'uomo che aveva appiccato il fuoco, e a diciotto anni Khaled Bensalem, l’altro scafista tunisino, ritenuti gli unici responsabili del disastro e colpevoli di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio e omicidio volontario plurimo.
Poi nel 2017, nel corso dell'inchiesta condotta da Luigi Patronaggio e Andrea Maggioni, vengono indagati per omissione di soccorso i sei uomini del peschereccio “Aristeus” di Mazara del Vallo, accusati di non avere avvisato le autorità della presenza in mare del natante carico di migranti. E nel dicembre 2020 il tribunale di Agrigento ha condannato a sei anni di carcere il Comandante Matteo Gancitano e a quattro anni ciascun membro dell'equipaggio, compresi 4 africani.[iv

Che fine aveva fatto invece quella imbarcazione “fantasma” dotata di radar di bordo così come riferito dai sopravvissuti che aveva circumnavigato il barcone per poi tornarsene in porto? 
Sparita dai radar. 
Eppure qualcuno di loro l’aveva riconosciuta fra quelle ormeggiate nel porto e l’aveva identificata con una motovedetta della Guardia di Finanza.[v]
Da eritreo vorrei che le famiglie delle vittime ottenessero, non solo le salme dei loro cari defunti ma anche una vera giustizia, una Giustizia con la G maiuscola. Giustizia anche per i 268 siriani, tra loro 60 bambini[vi], che l’11 ottobre 2013 (ad una settimana dalla Tragedia di Lampedusa) sono annegati in acque internazionali mentre la Guardia Costiera italiana e Malta facevano a scaricabarile. “Stiamo morendo, trecento persone, stiamo morendo!” “Chiamare Malta!” gli venne risposto. Per quanto riguarda l’accusa di omissione di soccorso nei confronti di Leopoldo Manna (Capitano di fregata della Marina Militare) e Luca Licciardi (Capitano di vascello delle Capitanerie di Porto) i giudici hanno emesso la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.[vii]

Un altro grave incidente in mare[viii] è avvenuto il 24 maggio 2017 quando la “MOAS”, la prima nave dei salvataggi nel Mediterraneo, ha incontrato un barcone carico di persone che procedeva lentamente. Mandò loro incontro il suo Rhib (un battello gonfiabile a chiglia rigida) da cui vennero lanciati pochi giubbotti salvagente che scatenarono quel fenomeno istintivo del “mors tua vita mea”.
Il barcone perse stabilità, si inclinò sul fianco destro rovesciando in acqua tutti coloro che si trovavano sul ponte, tranne un’unica persona. Poi lentamente ritornò a raddrizzarsi e a galleggiare normalmente. (Si vedano i tre fotogrammi) 
La situazione divenne subito drammatica, si possono scorgere oltre 400 persone in acqua tra le quali molte donne e bambini, molti privi di giubbotti salvagente.
Proprio quel giorno, a bordo della “MOAS” era presente un famoso fotografo della “Getty Images” che farà fotografie[ix] veramente drammatiche che saranno mostrate anche alla CNN, mentre Chris   Catrambone[x] (fondatore della MOAS) trascorrerà la giornata a twittare le operazioni di salvataggio.[xi] Il bilancio delle vittime sarà di 32 morti recuperati tra cui quattro bambini, centinaia di dispersi, forse 120, di cui 9 bambini. 

In questo caso non ci fu nessuna indagine, nessun fascicolo aperto contro ignoti per procurata tragedia.
Capisco che in Italia ci sia l’abitudine a dimenticare facilmente, vedi le numerose stragi ancora senza colpevoli e coperte dal segreto di Stato, ma condannare un paio di scafisti o l’equipaggio di un peschereccio non basta per restituire giustizia alle famiglie delle vittime della Tragedia, bisogna che la Magistratura faccia riemergere dal suo oblio quella nave fantasma per risalire la china.
Ma dubito che ciò possa accadere.
Probabilmente all’Italia serviva una tragedia per sensibilizzare l’UE in materia di immigrazione. “Ma dov’è la solidarietà europea? Eppure i confini italiani sono anche i confini europei”, questi sono stati i commenti che ci siamo abituati a sentire. Eppure era stato proprio il Governo Letta, quattro mesi prima della Tragedia, ad approvare il Regolamento di Dublino, il quale imponeva che il primo Stato membro dove fosse stata registrata la richiesta di asilo di un immigrato (o ne fossero state memorizzate le impronte digitali) sarebbe stato responsabile della sua richiesta d’asilo. E cioè chiunque sbarcava in Italia era obbligato a restarci. Quindi non potendo più fare dietro front non restava che sperare in una tragedia.

“Spero che la divina provvidenza abbia voluto questa tragedia per far aprire gli occhi all'Europa” dichiarò il Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Difatti, per la sua portata tragica, la tragedia di Lampedusa aveva incrinato il muro di vetro dell’indifferenza europea, facendo precipitare sull’isola Josè Barroso, Presidente della Commissione europea.[xii] All’interno di un hangar davanti alle bare messe in fila lui si impegnò a mantenere “alta l’attenzione dell’Europa”.
Vennero stanziati 30 milioni di euro (che ricordano molto i 30 denari intascati da Giuda) per aiutare l’Italia a fronteggiare l'emergenza immigrati. L’allora Presidente del Consiglio Letta utilizzò quei soldi, non per risarcire le famiglie degli eritrei o dei siriani, ma per allestire “Mare Nostrum”.
Così, dieci giorni dopo il dramma, il 14 ottobre, iniziò una vasta operazione di tipo militare di search & rescue (ricerca e salvataggio) con l'ausilio di Marina, Aeronautica, diverse Forze dell’Ordine e un dispiegamento di 700/1000 militari, una nave anfibia, due corvette, due pattugliatori e tre elicotteri. Per un costo complessivo di 300.000 euro al giorno, nove milioni al mese. 
Il risultato fu l’aumento sconsiderato degli sbarchi, in pochi mesi si passò da 42.925 a 170.100 (fonte: Ministero dell’Interno) e i barconi di legno furono sostituiti dai più economici gommoni Made in China che si sgonfiavano appena prendevano il largo provocando ancora più morti. 
Poi, non potendo girarsi dall’altra parte, la sorda ed egoista Europa il 22 settembre 2015 con la Decisione (UE) 2015/1601 istituiva misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia, Paesi di primo approdo. Così nacque la Relocation, ossia la ricollocazione in due anni di ben 120.000 richiedenti asilo negli Stati membri. 
Ma il programma non includeva tutti gli africani che intraprendevano la traversata ma soltanto eritrei e siriani, due nazionalità invise a Washington, perciò tutti gli altri immigrati dovevano restare in Italia, secondo il regolamento di Dublino. Potevano beneficiare del programma anche gli appartenenti all’Iraq, alla Repubblica Centrafricana, al Bahrein, al Burundi, al Costa Rica, alle Maldive, ai Territori d'oltremare britannici e, addirittura, a Saint Vincent e Granadine.[xiii]
Una lista che suona tanto di presa in giro.
Lo stesso, il 9 ottobre 2015 il ministro Alfano si recò in aeroporto di persona a salutare i primi 19 eritrei che partivano per la Svezia.[xiv] “Abbiamo rotto il ghiaccio”, commentò soddisfatto. 

In verità l’UE aveva finto solidarietà con la Relocation, perché degli iniziali 120.000, titolati ad essere ricollocati, i Paesi dell’Unione che avevano aderito alla ridistribuzione non ne accolsero nemmeno un quarto e il programma finì nel 2017, lasciando sopravvivere la costosissima agenzia EASO[xv], trasformata in Agenzia dell'UE per l'asilo (EUAA)[xvi], a gestire le domande dei richiedenti asilo in giro per l’Europa, con un mandato più forte, un bilancio di 172 milioni di euro (solo per il 2022) e dispiegando un organico di duemila dipendenti e cinquecento esperti[xvii] che guadagnano 500 euro al giorno ai quali poco interessa il benessere dei migranti africani che annaspano in acqua. 
Nel frattempo, dopo un anno e due mesi di vita, l'operazione “Mare Nostrum” venne sostituita da “Triton”, con un terzo del budget (2,9 milioni di euro al mese). Certo, la sua fine è servita da apripista all’arrivo di altre navi private di salvataggi. Già nell'estate 2014 la prima di queste, come si è detto, fu la Phoenix della Ong “MOAS”. Gli armatori di tutte queste Ong, piovute dal cielo all’improvviso e che costano oltre 10.000 euro al giorno, provengono dal mondo dell’intelligence militare, sono indirettamente finanziati dai dollari di George Soros, e il loro equipaggio è composto da personaggi della borghesia europea tutti convertiti all’umanitario sulla strada di Damasco.
La loro presenza in mare arrivò sulle coste della Libia come uno tsunami, facendo raggiungere nel 2016 la cifra di 181.436 sbarchi, 26.000 dei quali erano minori non accompagnati. Un vero e proprio effetto pull-factor. Ma, nonostante i loro salvataggi quotidiani, dalla Tragedia del 2013 ad oggi, sono morte nel Mediterraneo 30.000 persone, un paio di migliaia dei quali erano bambini.[xviii]
Incommentabile!
Quel seme impiantato dal Governo Letta diede i suoi frutti.
E anche il Ministro Salvini, adducendo discutibili motivazioni tipo: “ho difeso l'Italia e gli italiani”, pensò bene di voler ricattare l’UE usando i poveri migranti e vietando loro di sbarcare come fece con quei disgraziati della nave “Diciotti”. Tutto ciò per poterli ridistribuire fra gli Stati membri ma inutilmente. Non si riuscì a cavar il ragno dal buco dell’UE e perciò il 26 febbraio 2023 venne servita un’altra tragedia in mare a Steccato di Cutro[xix] con le stesse modalità da “scaricabarile” che erano state già sperimentate (94 morti di cui 34 bambini).

“Calabria in lutto, dov’è l’Europa?” disse il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhioluto chiamando in causa l’Europa seguito dalle dichiarazioni del ministro Guido Crosetto: “Tragedia enorme, l’Europa faccia sentire la sua voce”, appoggiato anche dalle parole di Giuseppe Conte (M5S): “Basta slogan, l’Europa sia davvero presente”. E fu per acquietare gli animi che arrivò puntuale la solidarietà della Presidente Ursula von der Leyen che profondamente addolorata twittò: “Tutti insieme, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi sul Patto migrazione e asilo e sul Piano d'azione per il Mediterraneo centrale.”
Per concludere, alla fine che cosa ci resta in mano? Nulla. 
Il 3 ottobre, come in tutti questi dieci anni trascorsi, vedremo i più buoni e i più umani scendere in campo a Lampedusa per la consueta passerella su un tappeto rosso-sangue, una kermesse degna di un festival del Cinema. Vedremo in televisione, con le solite lacrime di coccodrillo, politici, sacerdoti, attivisti delle Ong, volontari che vivono di volontariato, giornalisti immigrazionisti e attivisti molto commossi. Li sentiremo sciorinare parole buoniste o accusatorie “Mai più tragedie!”, accompagnati dai sopravvissuti che presteranno il loro volto africano per la propaganda immigrazionista occidentale così che possano dire: “Non lo dico io ma…”
Ci saranno sfilate con le magliette del “Comitato 3 Ottobre” cucite con i dollari del buon vecchio Soros con stampata la scritta “Proteggere le persone non i confini”, verrà celebrata la santa messa in commemorazione di quei numeri su una lapide, saranno lanciate corone di fiori in acqua condite da tante belle parole di fratellanza e amicizia. Ogni anno la stessa storia strappalacrime e spettacolare.
Nel Paese dei Balocchi mancheranno soltanto i fuochi d’artificio.
​

Daniel Wedi Korbaria, scrittore eritreo e panafricanista, è nato ad Asmara nel 1970 e vive e lavora in Italia dal 1995. Con i suoi libri, articoli e saggi pubblicati online e tradotti in inglese, francese, tedesco e norvegese si è battuto per offrire una voce alternativa ai racconti dei media mainstream italiani ed europei sull'immigrazione e il neo colonialismo.
Nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo "Mother Eritrea" e nel 2022 il saggio d'inchiesta "Inferno Immigrazione". Di prossima pubblicazione (2024) il suo romanzo sul colonialismo italiano in Eritrea.

[i] “La strage di Lampedusa, polemica sui soccorsi Indagati i migranti nel giorno della commozione 05 ottobre 2013. Diportista accusa la capitaneria: filmavano invece di soccorrere i naufraghi. La replica: intervento immediato”. https://www.corriere.it/cronache/13_ottobre_05/strage-lampedusa-procura-smentisce-inchiesta-soccorsi-ma-polemica-9c070c2a-2d96-11e3-89d5-cdac03f987bf.shtml
[ii] I Giorni della Tragedia 03 Ottobre 2013 Lampedusa https://www.youtube.com/watch?v=0HjMRcMlG9E
[iii] Processo Open Arms (Ministro Matteo Salvini imputato per sequestro di persona): la requisitoria della Procura di Palermo https://www.giurisprudenzapenale.com/2024/09/15/processo-open-arms-ministro-matteo-salvini-imputato-per-sequestro-di-persona-la-requisitoria-della-procura-di-palermo/
[iv] Strage di Lampedusa, condannati sette pescatori: non soccorsero i migranti in mare https://www.corriere.it/cronache/20_dicembre_11/non-soccorsero-migranti-mare-condannati-sette-pescatori-3672df66-3bf2-11eb-aad9-ba761f429210.shtml
[v] Il naufragio della verità https://askavusa.files.wordpress.com/2018/09/lampedusa-3-ottobre-2013-il-naufragio-della-veritc3a0-askavusa-2018.pdf
[vi] Esclusiva L'espresso: Così l'Italia ha lasciato annegare 60 bambini      https://www.youtube.com/watch?v=XOuRvdwHDFU
[vii] Naufragio dei bambini dell'11 ottobre 2013: reato prescritto https://www.rainews.it/articoli/2022/12/naufragio-dei-bambini-11-ottobre-2013-reato-prescritto-890cd94f-f0a7-4931-bffb-d861ff9c4900.html
[viii] Salvataggio in mare oppure naufragio annunciato? https://www.lucadonadel.it/salvataggio-in-mare-oppure-naufragio-annunciato/
[ix] Crossing the world’s deadliest border https://edition.cnn.com/interactive/2017/05/world/migrant-rescue-cnnphotos/?sr=sharebar_twitter
[x] Fondatore di MOAS, un giovane miliardario statunitense fondatore di una società maltese di servizi assicurativi, gestione sinistri per contractors e “informazioni” operativa in zone a rischio, mercati emergenti e teatri di guerra come Iraq e Afghanistan
[xi] #Breaking #Phoenix crew conducting rescue of this wooden boat carrying 700+, #MOAS working hard & fast to make sure everyone gets off safely  https://x.com/moas_eu/status/867269656213630977
[xii] Strage di Lampedusa, arrivano Barroso e Letta Proteste in aeroporto: «Vergogna, assassini» https://www.corriere.it/cronache/13_ottobre_09/tragedia-lampedusa-arriva-barroso-proteste-aeroporto-vergogna-assassini-6e79ae26-30ba-11e3-b3e3-02ebe4aec272.shtml
[xiii] St. Vincent e Grenadine è una nazione nel Sud dei Caraibi formata dall’isola principale, St. Vincent, e da una serie di isole più piccole. Con i suoi porti affollati di yacht, le lussuose isole private e i paesaggi vulcanici, è famosa per le mete frequentate dalle barche a vela tra cui l’isola di Bequia, che si trova al largo di Admiralty Bay ed è circondata da barriere coralline e da spiagge di sabbia bianca come la Princess Margaret. La capitale, Kingstown, sorge sull'isola principale.
[xiv] Decollato l'aereo con 19 eritrei diretti in Svezia
https://www.interno.gov.it/it/notizie/decollato-laereo-19-eritrei-diretti-svezia
Alfano: «I ricollocamenti successo senza precedenti» https://www.interno.gov.it/it/notizie/alfano-i-ricollocamenti-successo-senza-precedenti
[xv] EASO - European Asylum Support Office
[xvi] Agenzia dell'UE per l'asilo: il Consiglio concorda la proroga del mandato per i negoziati con il Parlamento europeo - 16 giugno 2021 https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2021/06/16/eu-asylum-agency-council-agrees-extended-mandate-for-negotiations-with-the-european-parliament/
Ue, accordo per la nascita dell’Agenzia per l’asilo
https://ilmanifesto.it/ue-accordo-per-la-nascita-dellagenzia-per-lasilo/
[xvii] New EU Agency for Asylum starts work with reinforced mandate – 19 gennaio 2022 https://www.euaa.europa.eu/news-events/new-eu-agency-asylum-starts-work-reinforced-mandate
Regolamento (UE) 2021/2303 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 dicembre 2021 relativo all’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo e che abroga il regolamento (UE) n. 439/2010 https://eur-lex.europa.eu/eli/reg/2021/2303/oj?locale=it
[xviii] In 10 anni nel Mediterraneo sono morte quasi 30mila persone
https://www.agi.it/cronaca/news/2024-06-17/migranti-numero-morti-mediterraneo-26816655/
[xix] Strage di Cutro: come per Lampedusa restano solo vaghi "sos all'Europa"
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-strage_di_cutro_come_per_lampedusa_restano_solo_vaghi_sos_alleuropa/39602_49015/#google_vignette




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