Spesso percepisco la difficoltà di chi si interessa all’Eritrea (mi riferisco a quelli in buona fede) nel capire cosa è o cosa non è vero di tutto quello che si racconta.
In questo video ho pensato di elencare e contestualizzare tre avvenimenti riconosciuti come certi: un fatto recentissimo e altri due che, invece, appartengono alla storia. PS: Ci tengo a sottolineare, per chi ha a cuore il destino dell’Eritrea, che firmare (e condividere) la petizione è estremamente IMPORTANTE per le sorti dell’Eritrea! Link Petizione: http://www.raimoq.com/online-petition... Il FMI ammette che l’economia dell'Eritrea è più robusta di quanto precedentemente stimato22/4/2016 Per molti anni, ho sostenuto che il Fondo monetario internazionale (FMI) minimizzava significativamente le stime di previsione del PIL dell’Eritrea. Ritenevo che il colpevole principale dietro questo era/è Abebe Selassie Aemro, un ex dipendente del regime etiope che ha il compito di fornire il Regional Economic Outlook del FMI per l'Africa sub-sahariana.
Sotto il regno di Selassie, le stime del PIL dell'Eritrea erano le peggiori in Africa, mentre il suo paese di origine, l’Etiopia, riceveva una delle previsioni del PIL più favorevoli in Africa. Niente di tutto questo aveva un senso perché l'Eritrea, con la sua piccola popolazione stava producendo le materie prime costose al mondo, come oro, argento, rame e zinco, mentre l'Etiopia con la sua vasta popolazione stava producendo caffè e semi di sesamo. Eppure l'Eritrea stava ricevendo tassi di previsione annua del PIL del 1%, mentre l'Etiopia, sostenuta dalle sue potenti esportazioni semi di sesamo [sarcasmo], stava ricevendo una ridicola previsione annuale tassi di del FMI del PIL del 10% . Ovviamente c’è molto di più del solo export per formare il tasso di crescita del PIL. Ma anche quando si guarda la cosa da una prospettiva più ampia, non vi è ancora alcuna giustificazione per le previsioni del FMI estremamente favorevoli a riguardo del PIL per l'Etiopia e le previsioni estremamente sfavorevoli sul PIL per l'Eritrea. L'unica conclusione razionale è che Selassie sta dando i suoi ex capi ad Addis Abeba dati favorevoli, mentre sminuisce i dati dell'Eritrea per ragioni politiche. Oggi è rientrato Johan Persson dall’Eritrea.
La squadra Blank Spot Projects, fra i primi cronisti svedesi da lungo tempo con un visto da giornalista, ha avuto modo di visitare il paese per stendere un rapporto sul conflitto di confine con l'Etiopia. Abbiamo anche intervistato ministri del governo, politici, giovani e soldati per il 25° anniversario del paese il 24 maggio. La storia sarà pubblicata sul sito Blank Spot projects durante il mese di maggio. Un grande grazie a tutti coloro che hanno sostenuto il progetto e fatto questo tipo di giornalismo l’unico possibile. Per quelli di voi che vogliono seguire l'andamento della storia dietro le quinte è possibile unirsi al Blank Spot projects, e poi come membro al # gruppo blankspot4. In un articolo pubblicato oggi sul sito web Africa Missione Cultura viene riferito di alcuni fatti gravissimi che avranno certamente importanti conseguenze sul piano giudiziario.
Questo è quanto viene dichiarato nell'articolo in evidenza: "...È accaduto a due nostri giornalisti nell’arco di meno di una settimana. Enrico Casale, mentre teneva un intervento a Bresso (Mi), è stato insultato per aver criticato il regime. Raffaele Masto, dopo avere rilasciato una serie di dichiarazioni in una trasmissione radiofonica sull’esodo degli eritrei e sui naufragi nel Mar Mediterraneo, ha ricevuto una telefonata con minacce. A intimidire e insultare non sono i rappresentanti ufficiali del Paese africano (anche se chi ha insultato Casale si è qualificato come impiegato del consolato eritreo di Milano), ma persone legate in diverso modo all’ambasciata e al consolato. Sono italiani che hanno interessi in Eritrea, oppure eritrei legati al regime. Le loro sono minacce subdole, fatte nascondendosi dietro una telefonata o nel corso di un dibattito (ma senza mai presentarsi con nome e cognome). Ripetiamo: tutto ciò avviene in Italia, non in Eritrea..." A noi tutti osservatori super partes dei fatti che riguardano l'Eritrea fa orrore il solo pensiero che si possa arrivare a tali odiosi metodi di intimidazione nei confronti di "onesti giornalisti" (dal punto di vista della correttezza deontologica) e ci auguriamo che le autorità inquirenti possano far luce sui fatti e individuare i colpevoli dopo aver analizzato le testimonianze contenute nelle denunce formali che certamente i due protagonisti avranno presentato, ancorché piuttosto confuse e solo vagamente circostanziate. Stefano PETTINI Dodici Senatori degli Stati Uniti condannano la repressione dell'Etiopia sulla società civile21/4/2016 Tesfa News
dal Comitato sulle Relazioni Estere del Senato degli Stati Uniti, Il Senatore americano Ben Cardin (D-Md.), membro anziano della Commissione Esteri del Senato, ha presentato oggi una risoluzione con altri 11 senatori che condanna la violenza letale utilizzata dal governo etiope contro i manifestanti, giornalisti e altri componenti della società civile per l aver esercitato i loro diritti secondo la costituzione dell'Etiopia. La risoluzione chiede al Segretario di Stato di condurre un riesame sull’assistenza alla sicurezza degli Stati Uniti in Etiopia alla luce delle accuse che le forze di sicurezza etiopi hanno ucciso civili. Si invita inoltre il governo etiope a fermare le violente repressioni, condurre un'indagine credibile sull’uccisione di manifestanti, e perseguire gli autori di tali violenze. "Sono scioccato dalle azioni brutali delle forze di sicurezza etiopi, ed esprimo condoglianze alle famiglie di coloro che sono stati uccisi. La costituzione etiope offre ai suoi cittadini il diritto di riunione pacifica e tali azioni da parte delle forze governative etiopi sono inaccettabili ", ha detto il senatore Cardin. "I metodi della mano pesante del governo contro i giornalisti e l'uso dei 2009 Anti-terrorismo, Enti e Proclami di Associazioni per soffocare la libertà di parola e il legittimo dissenso politico, sono la prova di una preoccupante mancanza di rispetto delle libertà democratiche e dei diritti umani." Ieri a "Piazzapulita", programma di La7 condotto da Corrado Formigli, una giornalista che lavora per la redazione del programma (armata di cartello) dice: "Intanto.. ricordiamo che i paesi ai quali noi dobbiamo garantire, per forza, la protezione sono quei paesi in guerra... per esempio possiamo citare in questo momento l'Eritrea, la Somalia e la Siria".
Lo scorso luglio Il Giornale.it ha pubblicato un articolo molto interessante sul fenomeno dell'immigrazione a firma di Giuseppe De Lorenzo.
Il racconto è quello di un mediatore culturale che spiega come i migranti irregolari da lui esaminati si inventano sistematicamente violenze e persecuzioni di ogni genere pur di ottenere il visto di soggiorno al quale aspirano non già per reale necessità ma al solo scopo di fare fortuna nei paesi da loro considerati ricchi, per poi tornare in patria. Anche se l'articolo è incentrato sugli immigrati nigeriani con tutto un corollario di pretesti e racconti studiati su misura per essere credibili e vagamente coerenti con la realtà del loro paese di provenienza, è molto interessante leggere quale sia la metodica di accertamento degli aventi diritto all'accoglienza e di come intorno al fenomeno dell'immigrazione irregolare sia fiorito un immenso vortice di interessi economici e politici. Dalla testimonianza emerge anche inquietante l'atteggiamento paternalistico e buonista dei responsabili della selezione che non capendo la lingua non riescono a percepire il grado di pretestuosità delle affermazioni sottoscritte dagli intervistati, e cedono all'emozione suscitata dalla drammaticità dei racconti. Questa esperienza descritta con parole così chiare nell'articolo di Giuseppe De Lorenzo, potrebbe essere considerata come una cartina tornasole per esaminare da un diverso punto di vista la questione dei migranti eritrei che in maniera non dissimile hanno studiato a tavolino una strategia atta a garantirgli l'accoglienza in quei paesi europei che hanno sviluppato una strategia di aiuto talmente malsana e ipocrita da riuscire irresistibile per chiunque. Purtroppo in questo caso entra in gioco un meccanismo perverso che porta le dichiarazioni mendaci sottoscritte dai reali, o molto speso sedicenti, migranti eritrei, ad alimentare dossier di denuncia di violazione dei diritti umani a carico del governo eritreo che in definitiva è la sola vittima di una sistematica spoliazione della sua gente, prima scoraggiata da politiche estere occidentali ingannevoli e letali, e poi ammaliata da ingannatrici sirene del benessere. Stefano Pettini |
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Marzo 2024
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