A Milano, la presentazione del film “Eritrea, una stella nella notte dell’Africa” è l’occasione per intervistare l’autore, Fulvio Grimaldi, ritornato dal viaggio in Eritrea dello scorso anno.
Una conversazione per ripercorrere con lui la storia dell’Eritrea, dalla guerriglia degli anni Settanta all’attuale ostracismo internazionale. Una storia che l’Italia ha accantonato archiviando, insieme all’esperienza coloniale, la ricchezza della terra e l’orgoglio della gente eritrea. Oggi la battaglia e l’impegno dell’Eritrea è per lo sviluppo e la crescita del paese, ma anche di questo in Italia si sa poco. E il film di Grimaldi ce lo racconta. “L’Africa è una preda irrinunciabile” per il neocolonialismo, così dici nel film. L’Eritrea, sottraendosi a questa morsa nel 1991, con l’indipendenza, ne sta ancora pagando il prezzo? leggi tutto su Eritrealive Una delegazione eritrea di alto livello composta dal ministro degli Esteri Osman Saleh e dal Consigliere del Presidente Yemane Ghebreab è in Serbia per una visita di due giorni su invito del Primo Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri Ivica Dacic.
Questa è stata la prima visita di alto livello tra i due paesi. Parlando ad una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri Osman Saleh, Dacic ha dichiarato che la Serbia e l'Eritrea hanno grandi prospettive di cooperazione, nonostante il suo modesto livello attuale. Ha descritto l'incontro come "storica e significativa" . Il Vice Primo Ministro ha sottolineato che ci sono molte aree adatte per la cooperazione, dall'agricoltura, al manifatturiero, minerario, IT e medicina, industria militare e ingegneria. Entrambe le parti hanno inoltre concordato di esplorare aree di priorità sulla base dei punti di forza e un vantaggio competitivo di ogni lato. Le due parti hanno inoltre convenuto di tenere consultazioni regolari e per rafforzare il loro coordinamento in seno alle organizzazioni internazionali e forum multilaterali. Il Primo Vice Primo Ministro ha detto che la politica del governo della Serbia è di rinnovare le sue vecchie amicizie tradizionali con i popoli dell'Africa e dell'Asia, e ha espresso gratitudine a Saleh per aver accettato il suo invito a visitare la Serbia. Egli ha sottolineato che l'Eritrea non solo non ha riconosciuto l'indipendenza proclamata unilateralmente del Kosovo, ma anche votato contro l'ingresso del Kosovo all'UNESCO. Il ministro degli Esteri Saleh da parte sua ha sottolineato che la sua visita di due giorni in Serbia rappresenta un'opportunità per l'ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali, al fine di rafforzare la cooperazione e le relazioni globali. Primo Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri Ivica Dacic hanno accettato l'invito del ministro Osman a visitare l'Eritrea quanto prima. TesfaNews La Svizzera sta esplorando le possibilità di un dialogo con l'Eritrea insieme a Germania, Norvegia e Svezia.
Un primo viaggio congiunto di diplomatici europei nel paese del Corno d'Africa, ha avuto luogo a metà gennaio. La Svizzera era rappresentata dall'ambasciatore Anne Lugon-Moulin, capo della sezione politica dell'Africa Sub-sahariana e Francofona presso il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Da parte eritrea, erano presenti il signor Yemane Gebreab, consigliere del presidente Isaias Afewerki e un rappresentante del Ministero degli Affari Esteri, come riferito dall'EDA lunedì. Lo scopo era quello di "preparare un dialogo politico con il governo dell'Eritrea" e di costruire una base di fiducia, come ha detto l'EDA. L'attenzione si è concentrata sulle questioni regionali e internazionali, diritti umani, lo stato di diritto e della migrazione. Sono stati anche discussi temi economici e gli aiuti allo sviluppo . Secondo l'EDA è ancora troppo presto riferire sui risultati dei colloqui. Una seconda missione si svolgerà in primavera. Da nessun altro paese arrivano in Svizzera più rifugiati che non dall'Eritrea. A causa della situazione dei diritti umani nel paese per anni i rimpatri sono stati difficilmente possibili. In un rapporto del novembre 2016 il Consiglio federale ha scritto che la situazione dei diritti politici, economici e umani è rimasta molto problematica. Tuttavia, il regime eritreo ha mostrato alcuni segnali positivi. Ciò ha indotto il Consiglio federale di esaminare se la cooperazione allo sviluppo con l'Eritrea deve essere ripresa. Ha anche preso contatti per un approccio coordinato con i paesi europei che perseguono interessi simili alla Svizzera. 28 febbraio 2017 by Rudy
Esiste un “difetto di struttura” nel racconto che i media ci propongono relativo alle dinamiche con le quali oggi 120.000 migranti provenienti dall’Africa, di cui il 90% maschi adulti, giungono sulle nostre coste rischiando la propria vita (cosa tristemente vera!) e spendendo cifre elevatissime che alimentano scafisti e criminalità. Il “difetto” è così evidente che non solo i giornali di destra ma persino fonti ecclesiastiche, come l’ “Ottavo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel Mondo dell’Osservatorio Cardinale Van Thuan” da poco presentato, iniziano ad evidenziarlo. Il tema che va posto non è il salvataggio della povera gente in mare, cosa scontata e doverosa, ma capire appieno cosa porti quelle persone da casa loro fino ad una zattera sul mediterraneo. La domanda di base è abbastanza semplice: perché un ragazzo di venti anni con 5.000 dollari in tasca (una cifra elevatissima per il costo della vita in quei paesi, svariate decine di migliaia di euro qui da noi) affronta un viaggio atroce per venire in Italia a condurre una vita che sarà semi-segregata, senza prospettive, senza molte possibilità di avere una famiglia? La risposta classica dei media è che quei ragazzi fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla fame. Ma tale versione combacia in minima parte con i dati ufficiali! Ho letto molti articoli, consultato i portali ufficiali (tutti i riferimenti sono in calce) e sono stato molto sorpreso sia nel leggere gli stralci dell’ Ottavo Rapporto, sia nello scoprire come siano molte poche le fonti che focalizzano davvero bene i numeri e le circostanze di questo fenomeno. Adey Zeinab Yassin è considerata la madre dell’Eritrea. Nata ad Afabet nel 1918, si unì al Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo (EPLF) nel 1977 insieme al marito e ai suoi due figli.
Lavorò dietro le linee militari supportando i combattenti per la libertà e mobilitando le persone. È molto conosciuta per la sua poesia rivoluzionaria. È conosciuta nel EPLF come “La Madre dei Combattenti” e come “una donna forte e acuta che non venne frenata dalla tradizione.” E' morta nel 2005 all’età di 87 anni Il progetto sarà realizzato ad Asmara e si rivolge a tutti gli atleti eritrei, che hanno presso la capitale il principale luogo di aggregazione e di svolgimento della loro vita professionale. Il progetto interverrà a sostegno dell’intero movimento sportivo eritreo che è rappresentato dall’Eritrean Sports and Culture Commission- Commissioner Amb. ZemedeTekle. L’intento del progetto è di coinvolgere tutti i gruppi etnici nella rappresentanza sportiva del Paese (9 gruppi etnici) con particolare attenzione alla distribuzione di genere tra la popolazione che pratica sport con risultati di rilevanza nazionale che ad oggi risulta essere sbilanciata in favore della componente maschile (60% circa) rispetto a quella femminile (40%). Il Centro Nazionale di Medicina dello Sport, inaugurato nel febbraio 2015 tramite il progetto dell’Associazione Italia Eritrea Onlus “Asmara Benefiting Sport Activities”, co-finanziato dal Comune di Roma, se adeguatamente gestito (interventi sul piano infrastrutturale e i relazione alla formazione del personale tecnico e sanitario) ha le potenzialità per rispondere alle principali esigenze dello sport professionistico sia sotto il profilo sanitario sia sotto quello tecnico. Il presente progetto prevede la fornitura di strumentazione medica per il Centro, erogazione di attività formativa in ambito sanitario e per allenatori, realizzazione di attività di screening clinico di base e di secondo livello per gli atleti eritrei, verifica delle competenze acquisite, attività di visibilità in Italia per la realizzazione di un percorso di informazione ed educazione allo sviluppo e alla mondialità in 10 scuole romane sull’importanza dello sport come veicolo di pace e in loco presentazione dei risultati del progetto. Sono coinvolti nel progetto, a titolo personale, i seguenti medici che presteranno la loro opera a titolo gratuito e volontario: Cardiologia: dott. Sandro Petrolati, Direttore del Dipartimento di Cardioscienze dell’Ospedale San Camillo Forlanini- Roma, coadiuvato dal dott. Marco Fabio Cossu Pneumologia: dott. Marco Brunori, Direttore UOC Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Azienda Policlinico Umberto I, assistito dal dott. Roberto Pierro, dal dott. Alessio Pacini, dal dott. Daniel Piamonti e dalla dott.ssa Ilaria Menichini Medicina dello Sport: dott. Gianlorenzo Daniele e dott. Flaviano Giorgiano Nefrologia: dott. Roberto Pititto Fisioterapia: Mario Scerri Presidente Unibell Tecar con i fisioterapisti Cristian Martinelli e Stefano Bettoni. Per la formazione agli allenatori eritrei, collaborerà al progetto a titolo volontario e personale Massimo Magnani, Federazione Italiana di Atletica Leggera, che sarà responsabile della pianificazione e della erogazione delle attività di formazione tecnico-sportiva. |
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Marzo 2024
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